Sei davvero sicuro di usare correttamente i fertilizzanti per idroponica nella tua coltivazione? I concimi impiegati nelle colture delle piante fuori suolo sono completamente diversi da quelli che useresti coltivando in terra.

L’idroponica è tra le tecniche di coltivazione indoor più innovative ed efficaci. Questo sistema ti permette di avere un controllo maggiore sul ciclo di sviluppo delle tue piante. A patto però di sapere come mantenere in equilibrio i 3 fattori fondamentali, ovvero luce, umidità e nutrimento.

La concimazione in una coltura idroponica è vitale, perché bisogna sostituire e dosare quei micro e macro nutrienti che normalmente le piante assorbirebbero dal terreno in cui sono messe a dimora.

Ecco perché abbiamo pensato di realizzare una guida approfondita per aiutarti a capire come nutrire bene le tue piante e ottenere colture sane, forti e rigogliose.

Sommario dell'articolo:

Prosegui nella lettura e scopri come ottimizzare la resa delle tue piante coltivate in idroponica.

La fertilizzazione nella coltivazione idroponica: i nostri consigli

A seconda della tecnica che adotterai (terra, idroponica, aeroponica) e substrato di coltivazione che sceglierai (argilla espansa, fibra di cocco, rockwool, perlite ecc...), dovrà essere utilizzato un fertilizzante specifico.

Ciò vale soprattutto in idroponica e aeroponica dove il substrato di coltivazione - ovvero la sostanza dove avviene la semina e si sviluppa l’apparato radicale delle piante - è inerte, cioè non contiene le stesse sostanze nutritive che si trovano nel normale terreno o terriccio.

Perciò ha bisogno di essere costantemente irrigato con una soluzione nutritiva che abbia la combinazione più corretta per assicurarti di ottenere le migliori rese possibili, sia in termini di qualità che di quantità.

I nutrienti per idroponica sono disponibili in diverse forme e tipologie. È importante che siano

  1. Adatti al tipo di coltivazione e substrato impiegato;
  2. Completi, cioè forniscano tutti gli oligoelementi necessari alla pianta per crescere;
  3. In forma solubile, così da essere assimilati meglio.

Nella coltivazione idroponica, essendo l’acqua totalmente priva o quasi di elementi nutritivi, i fertilizzanti vanno aggiunti in forma ben bilanciata e in un rapporto corretto per soddisfare lo stadio fenologico della pianta (stato vegetativo, fioritura, fruttificazione). 

Il concime viene disciolto in una soluzione nutritiva a base di acqua, ecco perché è necessario che si tratti di un concime idrosolubile per idroponica, in modo che le sostanze possano essere assorbite direttamente dalle radici delle piante.

Sono da evitare i fertilizzanti organici per la terra, che oltre ad essere spesso troppo densi e grumosi per poter lavorare con pompe e sistemi di irrigazione, subiscono anche delle forti variazioni di acidità e tendono a marcire se a contatto con acqua ed aria nei sistemi a ricircolo, o peggio sulla lana di roccia.

Quello che ci preme sottolineare, che l'uso corretto dei fertilizzanti per idroponica è sicuramente importantissimo per questo genere di tecnica. Ma alla base di una sana e fruttuosa cultura idroponica, sono determinanti anche i corretti livelli di pH ed EC (TDS) nella soluzione nutritiva.

Solo una soluzione ben bilanciata di EC e pH, consente il rapido assorbimento delle sostanze nutritive e il successo nella coltivazione. Molto superficialmente potremmo dire che un pH compreso tra 5,5 e 6,5 è un valore corretto per quasi tutte le tue coltivazioni indoor con piante da fiore e da frutto.

Per quanto riguarda l’EC (tds), che misura la quantità di fertilizzante nella soluzione nutritiva, il valore varia a seconda della specie vegetale coltivata. Tuttavia un livello compreso tra 0,8 e 1,8 è quello più consono a seconda delle fasi di crescita o fioritura.

La soluzione nutritiva - che naturalmente tende a consumarsi e diminuire man mano che passano i giorni -, può essere rabboccata via via, sempre stabilizzando rigorosamente i livelli di pH ed EC. È bene tuttavia svuotare la vasca, se possibile pulirla, e rimettere nuova soluzione ogni 7-10 giorni massimo.

Non ci siamo dimenticati di un altro aspetto importantissimo nella fertilizzazione: l’acqua.

Essendo la base per la soluzione nutritiva è importante che sia di buona o accettabile qualità

Un'acqua troppo dura o calcarea, necessita sicuramente di correzioni con prodotti a base di acido fosforico, nitrico o potassico in modo da mantenere i corretti livelli di pH. 

Spesso, invece, succede di avere un'acqua eccessivamente salina, perciò è importante controllare la percentuale di Solidi Totali Disciolti (TDS) che non deve superare i livelli di 200-350 mg/l, altrimenti sarà necessario filtrare l’acqua con un apposito filtro a osmosi inversa.

Ma quali sono i migliori fertilizzanti per idroponica? Continua a leggere il prossimo paragrafo per scoprirlo.

Leggi anche la nostra guida: “EC nella Coltivazione Idroponica”.

Quali fertilizzanti usare in idroponica

La scelta del concime più giusto è fondamentale quando ci si approccia all’ idroponica, perché è da questo che le piante assorbono tutti i nutrienti essenziali. Nella coltivazione idroponica, come per qualsiasi substrato, l’aggiunta di micro e macro elementi permette alla pianta di assorbire le sostanze necessarie per un corretto sviluppo. 

I 3 elementi principali anche detti macro elementi che occorrono alle tue piante sono:

  1. Azoto (N);
  2. Fosforo (P);
  3. Potassio(K).

Questi elementi devono essere bilanciati correttamente e la percentuale deve necessariamente variare a seconda delle fasi di crescita o fioritura.

L’azoto (N) stimola la fotosintesi clorofilliana incrementando lo sviluppo vegetale di rami, foglie e steli della pianta. Dunque è un elemento adatto alla fase vegetativa della pianta, non del potassio (K) in questa fase necessario per lo sviluppo delle radici. 

Il potassio (K) per le piante risulta di fondamentale importanza per una corretta crescita in quanto è un elemento fondamentale di numerosi processi biologici, come ad esempio la funzione di sintesi degli zuccheri, da cui dipendono le proprietà organolettiche delle piante e quindi aroma e sapore dei fiori e dei frutti. 

Il potassio regola anche la traspirazione fogliare stimolando l’apertura degli stomi, che sono ghiandole superficiali necessarie a eliminare il vapore acqueo in eccesso.

Il fosforo (P) è un elemento necessario per la fase di fioritura. Questi elementi sono legati alla formazione e allo sviluppo di radici, rami e soprattutto fiori e alla struttura dei germogli. Per questo motivo nella fase di fioritura si è soliti fornire concimi con una percentuale maggiore di fosforo, in modo da produrre rese abbondanti e di qualità.

Ci sono poi elementi nutritivi secondari (detti micro elementi) che sono altrettanto importanti alla pianta in diverse fasi del suo sviluppo, ma non così essenziali come i tre primari. Alcuni di questi elementi sono:

  • Calcio (Ca);
  • Ferro (Fe);
  • Magnesio (Mg);
  • Zolfo (S);
  • Boro (B);
  • Molibdeno (Mo).

Piccole quantità di questi elementi vengono aggiunti alla soluzione nutritiva in idroponica, in modo tale da fornire alle piante la gamma completa dei minerali di cui ha bisogno.

Come scegliere il giusto prodotto fertilizzante per idroponica

Le piante richiedono differenti percentuali di Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K) a seconda che si trovino nella fase vegetativa o in quella di fioritura. 

Gran parte dei fertilizzanti BIO per idroponica sono commercializzati per fase di crescita e riportano sull’etichetta la concentrazione esatta, di modo che non è possibile sbagliare. 

Per esempio, una confezione di soluzione nutritiva che riporta sull’etichetta la sigla N-P-K 20-20-20 conterrà il 20% di Azoto, Potassio e Fosforo. La restante percentuale fa riferimento ai micronutrienti presenti.

Il rapporto tra i 3 macroelementi varia a seconda della fase del ciclo di sviluppo di una pianta. Durante la crescita vegetativa dovrà essere maggiore il contenuto di azoto, rispetto a potassio e fosforo. Al contrario, quando si arriva alla fioritura dovranno aumentare potassio e fosforo, e diminuire la quantità di azoto. 

Tutti i vantaggi dell’uso del concime per idroponica 

La tecnica di coltivazione idroponica è molto impiegata e apprezzata soprattutto per i molteplici vantaggi che offre:

  • Versatilità, economia e semplicità del sistema;
  • Buone rese finali;
  • Assenza di malattie e parassiti;
  • Nessun vincolo di stagionalità;
  • Velocità e crescita esplosiva delle piante.

Allo stesso modo anche l’uso del concime risulta essere particolarmente vantaggioso nella coltura idroponica. 

Innanzitutto, il principale vantaggio è quello di poter controllare con efficacia e precisione la soluzione nutritiva da somministrare alle piante, garantendo loro la giusta quantità di macro e micro elementi. Questo va di pari passo con una flessibilità di gestione dei fertilizzanti negli impianti idroponici che è assente nelle coltivazioni in terra.

Lo abbiamo già detto nei precedenti paragrafi, ma lo ripetiamo ugualmente perché è importante: un corretto utilizzo del fertilizzante è il punto di partenza per una coltivazione idroponica di successo.

Questo vuol dire rispettare dosaggi e tempi di somministrazione, nutrire le piante adeguatamente alla fase di sviluppo in cui si trovano e, soprattutto, fare attenzione a squilibri e carenze nutritive.

Nella coltivazione idroponica, la quasi la totalità dei problemi legati a carenze o squilibri nutritivi che si manifestano sulle piante, è causato proprio da un cattivo utilizzo dei fertilizzanti.

Prendiamo come esempio una specie di cannabis light in fioritura: una concimazione scarsa potrebbe indebolire la pianta, invece una concimazione eccessiva potrebbe addirittura bruciare l’intero apparato vegetale e in alcuni casi portare alla morte della pianta stessa.

Non di meno importanti per la corretta fertirrigazione e per l’assorbimento degli elementi nutritivi sono l'accuratezza con cui si mantengono stabili i valori di EC e pH. Vediamo perché nel prossimo paragrafo.

Importanza del controllo di EC e PH in Idroponica quando si usano i fertilizzanti

Un’altra causa diffusa di scorretta fertirrigazione è la fluttuazione del pH. Il pH è l’unità di misura che consente di verificare l’acidità o l’alcalinità della soluzione nutritiva. Le sostanze nutritive vengono assorbite più facilmente quando il pH è su un valore considerato ottimale.

Al contrario, un pH troppo alcalino o troppo acido, impedisce il completo assorbimento di alcuni micro e macro elementi vitali per la crescita e la salute delle piante che possono quindi manifestare carenze nutrizionali.

In un impianto idroponico, le piante assorbiranno meglio le sostanze nutritive con un range di pH compreso tra il 5.5 e il 6.5, con il valore ottimale intorno al 5.7.

Anche l’oscillazione della conducibilità elettrica (EC) può influire negativamente compromettendo la resa di una coltivazione.

L’elettroconduttività determina la salinità della soluzione nutritiva e, dunque, la concentrazione dei fertilizzanti all’interno. Maggiore è questo valore, maggiore sarà anche la capacità di condurre corrente elettrica.

Se il valore dell’EC è alto significa che la pianta sta assorbendo più acqua, se invece è basso vuol dire che assorbe più minerali. Ecco perché andrebbe mantenuto in equilibrio e variarlo a seconda delle esigenze della pianta. In linea di massima, valori ottimali sono:

  • 0.6-1,0 nella fase di germinazione;
  • 1,0-2,0 nella fase di crescita e prima fioritura;
  • 0,6-1,0 nella fioritura finale.

Cosa ti fa capire tutto questo? Che è fondamentale l’utilizzo di EC tester e pH tester - anche economici -, e si vuole intraprendere una coltivazione idroponica. Solo questi strumenti possono aiutarti a controllare i valori del substrato e far sì che siano consoni allo sviluppo delle tue piante.

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